Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti
  

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lettere

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Insegnanti rottamati/e

Ricevo il 23 febbraio lettera che mi annuncia la messa in quiescenza a partire dal 1 settembre prossimo.

Sono insegnante dal 1972, ho riscattato i quattro anni di facoltà. Supero quindi i 40 anni di anzianità contributiva fissati come tetto in norme finanziarie e ribaditi dal decreto Brunetta.

Alcune banali considerazioni:

  •  mi vengono conteggiati gli anni universitari volontariamente riscattati
  •  al momento dell’assunzione (allora a tempo indeterminato), il contratto prevedeva la possibilità di lavorare sino ai 65 anni di età.

Tralascio il fatto che, essendo stato in aspettativa per mandato amministrativo (cons. regionale) negli ultimi cinque anni, non sono volutamente andato in pensione, pagando i contributi e non ricevendo la pensione stessa (non mi lamento, per carità, sono privilegiato).

Domanda: esistono estremi per un ricorso, non egoistico, perché, nel massacro gelminiano della scuola pubblica, nessuno/a entrerà al mio posto?

Esistono, a livello nazionale, esperienze, gruppi, precedenti che si siano opposti a questi provvedimenti basati solamente su un (presunto) risparmio?

Sergio Dalmasso

sergio.dalmasso@consiglioregionale.piemonte.it